Primo piano da GAZZA
Medici denunciano diritti violati in M.O.
Un gruppo di medici, quattro inglesi e un italiano hanno messo nero su bianco una denuncia sui diritti umani che sarebbero stati violati durante l'attuale crisi in Medio Oriente
Il contestato muro in Cisgiordania, i checkpoint israeliani, i permessi per poter giungere negli ospedali richiesti sia ai malati che ai dipendenti dei nosocomi. Tutto ciò si traduce, in questi giorni segnati dall'offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza, in diritti violati in Cisgiordania, che benché non lanci missili contro Israele sta pagando a duro prezzo l'ennesima crisi in Medio Oriente. Parole messe nero su bianco da un gruppo di medici - quattro inglesi e un italiano - sulla rivista scientifica 'Lancet'. Senza troppi giri di parole i cinque camici bianchi puntano il dito sulla violazione dei diritti umani dei palestinesi, a Gaza come in Cisgiordania. "Abbiamo visto tre gemelli di 33 settimane - citano come esempio - dover attendere il permesso per ben cinque ore, per poi essere trasferiti senza i loro genitori". Citano, inoltre, l'attacco della marina israeliana alla nave pacifista Dignity, intenta a portare assistenza, cibo e medicinali ai palestinesi, a bordo della quale viaggiava un loro collega al momento dell'attacco. Il blocco totale che ha paralizzato Gaza, aggiungono, ha fatto sì che gli operatori umanitari, gli alimenti, l'energia e le forniture mediche non siano riusciti, in molti casi, a raggiungere le aree dove ce n'era bisogno. Inoltre, il gruppo di medici spiega di aver contattato l'organizzazione Physicians for Human Rights-Israel, e aver così scoperto che il numero di permessi rilasciati dagli israeliani per consentire a pazienti palestinesi di lasciare Gaza per ricevere cure altrove si è ridotto significativamente. In alcuni casi - denunciano - il 'lascia-passare' è stato rilasciato ma in cambio sarebbe stato chiesto ai pazienti di collaborare con il servizio di sicurezza israeliano. "La nostra esperienza in Cisgiordania - concludono - ha generato in noi grosse preoccupazioni, molto più rapidamente e in misura di gran lunga maggiore di quanto avessimo immaginato".
Tratto dalla news letter di Doctor News 33
del 9 gennaio 2009 - Anno 7, Numero 1